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Elezioni Emilia Romagna: «Si è dato valore alla continuità»


Emilia Romagna. 29/01/2010. «Commento il risultato elettorale volutamente a distanza di alcuni giorni dall’esito, dopo avere letto con attenzione una serie di reazioni, molte a caldo. La vittoria di Stefano Bonaccini non era scontata e non possiamo fingere il contrario. Scontato era invece che avesse governato bene la Regione e lo stesse comunicando bene, stando sui fatti. Per fortuna gli elettori hanno dato un voto alla continuità. Hanno detto ‘no’ a un cambiamento a prescindere non sostanziato di progetti che non fossero ‘rifare tutto’. Penso alla sanità, il mio campo, in quanto capogruppo Pd in Commissione in Senato, dove ho sentito fare le promesse più bizzarre, a partire dall’apertura di ospedali il sabato e la domenica come se il fine settimana fossero chiusi. Accorciamento delle liste di attesa senza non meglio identificati strumenti. Convenzioni pubblico privato che già ci sono. Inneggiamento alla sanità del Veneto che, è noto, è in sofferenza. Ho letto tanta propaganda – e non uso a caso questo termine – da persone che non sapevano neppure di cosa stessero parlando. Va riconosciuto il valore delle Sardine, anche a Ferrara, che mentre il livello del dibattito, nella nostra città, sprofondava a suon di registrazioni, querele e video, hanno ricordato all’elettorato più stanco che andare in piazza fa la differenza, che manifestare per costruire è possibile. Abbiamo visto la nostra città salire agli onori della cronaca nazionale per fatti privi di valore istituzionale. L’immagine di Ferrara ne è uscita perdente, quasi fosse una città allo sbando, da evitare anche per i turisti.  E’ vero che la Lega continua ad essere forte, ma il clima è cambiato.  E anche a questa Amministrazione è arrivato un messaggio forte e chiaro: vogliamo educazione e competenza. Le minacce e i turpiloqui fatti da chi parla ogni giorno di sicurezza fanno paura. Una particolare soddisfazione provo infine per il fatto che il gruppo Dem, in Regione, è prevalentemente costituito da donne, grazie alla legge sulla doppia preferenza.  Anche qui, la speranza, è di fare da apripista per le altre Regioni».