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Il raid all’hub vaccinale di Ferrara: «La rabbia non ha giustificazione nei dubbi»

FERRARA, 13 ottobre. »Non si può continuamente mischiare le carte per dare sfogo alla rabbia.  Una rabbia ingiustificata e ingiustificabile, che non trova ragione d’essere neppure nei dubbi, legittimi, che possono talvolta esserci di fronte alla scienza. Seppure la campagna di immunizzazione abbia prodotto risultati riscontrabili,  che ci stanno facendo tornare alla normalità, come conferma il fatto che oggi ci muoviamo liberamente per il Paese. Il raid contro l’hub vaccinale di Ferrara – che pare coda dell’attacco, sabato, alla CGIL di Roma- non parla di protesta, di contrarietà, ma di violenza, evocando peraltro un pezzo di storia che sembra riaffacciarsi. Essere contro il vaccino, essere contro il green pass, significa non avere a cuore né la salute né il lavoro. Priorità che non vanno messe sullo stesso piano, come si tende a fare, perché è la pandemia stessa che nel 2020 ci ha confermato che senza salute non c’è lavoro. E la salute è un bene primario da tutelare. Ma solo con la salute si può lavorare, secondo quanto cita la stessa Costituzione, costantemente tirata in ballo come se oltre che i diritti non contemplasse i doveri. E il diritto alla salute va garantito, come al lavoro. Ancora, con riferimento al 68 enne centese morto per Covid, seguito da un medico di Ippocrate.org, ringrazio l’Aisdet che ha voluto chiarire come la telemedicina sia tutt’altro che consulto telefonico. È infatti uno strumento che consente indagini e appropriatezza di terapie, con alla base competenze tecnologiche, ma non è sostitutiva del rapporto con il medico. Le parole in salute e sanità sono importanti, divulgate malamente creano equivoci, interpretazioni, tensioni. Esprimo massima solidarietà a tutti i professionisti sanitari, senza distinzione di ruolo, da due anni impegnati in maniera indefessa su un fronte rischioso come quello del Covid. Questa rabbia, questa violenza, questa incapacità di valutare la realtà, semplificata a proprio comodo, parla di tutto tranne che di civiltà».
Paola Boldrini, vice presidente Commissione Sanità in Senato