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A tre anni dal Sisma: Paola Boldrini interviene in Parlamento e fa il punto sulla situazione

Sono trascorsi tre anni da quando la terra dell’Emilia è tremata, non una, ma due volte a distanza di pochi giorni: era il 20 e 29 maggio del 2012. Il pensiero corre subito a coloro che non ci sono più e alle loro famiglie, ai cittadini che non si sono lasciati scoraggiare dagli eventi e si sono rimboccati le maniche per ricominciare. Ringrazio anche i Sindaci e gli Amministratori dei comuni colpiti per il grande e faticoso lavoro fatto, i quali, anche supportati dai propri funzionari e da quelli della Protezione civile, dai Vigili del Fuoco e dalle Forze dell’Ordine, hanno instancabilmente dato il proprio contributo per la verifica degli edifici danneggiati, per capire se erano agibili le case, per dare assistenza e accoglienza nelle strutture preposte a chi una casa non l’aveva più, per velocizzare il rientro gestendo le complesse procedure della ricostruzione, per rimettere in piedi il tessuto sociale, economico, culturale della nostra terra.
I numeri della ricostruzione, reperibili sul sito della Regione Emilia-Romagna, fanno capire l’impatto di ciò che è accaduto e l’enorme macchina organizzativa e degli aiuti attivata a seguito del sisma. Si poteva fare di più e meglio? Possibile. Guardando però a che punto siamo, i numeri, le persone rientrate, le domande di contributo presentate, gli edifici e le scuole sistemate ecc… direi che è stato fatto tantissimo, ben oltre le aspettative, confermando la nostra instancabile operosità, anche alla luce del fatto che un’emergenza di questa portata era la prima volta che ci trovavamo ad affrontarla.
Infatti, per la prima volta, con la gestione diretta della Regione, tramite il Commissario delegato alla ricostruzione, ora l’attuale Presidente Bonaccini, si stanno portando avanti tutte le diverse procedure: si è raggiunto il 60% della ricostruzione delle abitazioni e delle imprese; 1 miliardo e 770 mila euro di contributi concessi; 9.439 pratiche attive lavorate presso Comuni e Regione; 1 miliardo e 89 mila euro di contributi per la ricostruzione delle abitazioni; 682 milioni di euro per le imprese e 2070 richieste accettate. È vero, solo 15.800 abitazioni sono state ripristinate rispetto a quelle che erano state rese inagibili, però, abbiamo dato assistenza a tanti cittadini sfollati (nella sola Ferrara sono stati 1250) e per questo devo ringraziare gli uffici preposti all’assistenza e all’accoglienza di coloro che ancora adesso non sono nella propria abitazione. Tutto questo è stato fatto con trasparenza e professionalità, elementi fondamentali per ogni attività, a maggior ragione se gestita in emergenza: non si è mai abbassata la guardia nei controlli e nella difesa della legalità, tentando di semplificare la burocrazia.
Aggiungo che questa esperienza dell’Emilia-Romagna e delle procedure approntate per gestire le necessarie incombenze diventerà un modello esemplare con una proposta di legge in Commissione ambiente, perché diventi uno strumento utile da utilizzare in tutti i casi di calamità naturali. Insomma l’Emilia che ha tremato, si è subito data da fare per riprendersi più forte di prima.

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Allegati
«Terremoto, più soldi e meno patto di stabilità» | Rassegna stampa La Nuova Ferrara 22 maggio
video dell’intervento in aula | Camera.it