News

Aggravante spaccio, educare i ragazzi ma anche le famiglie

«La sentenza bolognese che riconosce come aggravante lo spaccio di droga nella zona universitaria, ha certamente un peso e un senso per quanto riguarda il contrasto. Come riconosciuto da Questura e Arma dei Carabinieri, che sul territorio stanno facendo operazioni di indiscusso valore, la lotta va compiuta anche sulla prevenzione, che non significa solo ‘educazione’ ai giovanissimi, ma ‘anche’ ai giovanissimi, insieme a famiglie e docenti. Quindi su più fronti, tutti correlati: dipendenza da Internet e da droga, cyber bullismo e bullismo. Un esempio? Un adolescente che denuncia lo spaccio e il consumo di droga o atti di bullismo o cyberbullismo spesso diventa vittima di atti di bullismo da parte dei coetanei. Un altro? Altrettanto spesso genitori e insegnanti, per ignoranza delle nuove tecnologie, non hanno coscienza del ‘traffico’ che si sviluppa nei cellulari di figli e alunni dipendenti dallo smartphone. Aggiungiamo che assumono sostanze stupefacenti senza sottovalutandone le conseguenze. Sono gli stessi esperti a rivelare che le cosiddette droghe leggere, del tipo hashish e marijuana, sono ‘tagliate’ in maniera diversa da un tempo e provocano gravi effetti collaterali. Non a caso sono sempre più frequenti gli accessi di minorenni ai pronto soccorso pediatrici. Ecco perché serve una informazione rivolta anche a famiglie e insegnanti su mondo delle droghe e del web. I genitori devono certamente denunciare senza vergogna situazioni di disagio, e bene vanno le campagne di sensibilizzazione in questa direzione. Bisogna tuttavia intervenire parallelamente, dando loro l’opportunità di avere un quadro, di presidiare davvero e di parlare coi figli.  Vanno offerti loro gli strumenti, senza che siano loro a cercare servizi, che pure non mancano e sono di alto livello, come confermano i numerosi sportelli presenti anche sul nostro territorio.   E’ auspicabile la vicinanza tra forze dell’ordine, polizia postale compresa, scuola, famiglia. Ma bisogna rendere più semplice l’accesso all’informazione che diventa conoscenza, cultura, prevenzione. Con benefici anche per il contrasto.

A questo, in commissione, sto lavorando».  

Paola Boldrini, membro per il Senato nella Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza