«Il fatto che con difficoltà, lo Ius Soli, alla luce di tutti gli emendamenti presentati, passerà in questa legislatura, non significa che non si debba continuare ad approfondire l’argomento per inserirlo subito nell’agenda politica del prossimo Governo». E’, in sintesi, quanto ha sostenuto la deputata Pd, Paola Boldrini, all’incontro tematico tenutosi sabato sera a Cento, nella sede del circolo locale, presieduto dal segretario Ivan Grechi. Con Boldrini, Mattia Franceschelli, responsabile dei diritti del circolo centese, e il giornalista Brahim Maarad, di origine marocchina, musulmano, da anni impegnato sul fronte del mondo arabo e delle migrazioni, che ha raccontato la sua esperienza – e la sua amarezza – di professionista e cittadino non ancora riconosciuto. Maarad ha rivelato le difficoltà, anche burocratiche, per l’esercizio del suo stesso mestiere. Boldrini, ha invitato i presenti e chiunque a «leggere il testo dello Ius Soli», così da comprendere l’entità della strumentalizzazione che è stata effettuata da parte degli oppositori approfittando, anche, dell’ondata di migranti giunti in Italia. Ha spiegato la differenza tra Ius Soli, che riguarda i minori nati in Italia da genitori stranieri, e Ius Sanguinis, che riguarda chi può chiedere la cittadinanza in virtù di famigliari che ne siano in possesso, anche se nati al di fuori del territorio italiano. «Come testimonia la storia di Maarad, è importante non rinunciare a conoscere, ad approfondire. Quando parliamo di Ius Soli parliamo di minori – la chiosa di Boldrini- che già vivono la quotidianità con altri minori e che hanno il diritto di sentirsi inclusi, per divenire adulti che amano il nostro Paese».
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