Rivedere i contenuti del decreto, datato 1992, con cui di fatto è stato istituito il 118. «Va aggiornato, considerando anche l’avvenuto mutamento di tutti i profili professionali, dagli infermieri ai medici, senza trascurare la figura degli autisti soccorritori. Oggi, quando parliamo di Medicina di Emergenza e Urgenza non possiamo non tenerne conto». Così la senatrice Pd, Paola Boldrini, interviene sull’allarme ‘carenza organico nei Pronto Soccorso’ lanciato dalla SIMEU (Società Italiana Medici ed Infermieri dell’Emergenza-Urgenza) alla Regione Emilia Romagna. «Le proposte esplicitate dalla SIMEU regionale – dettaglia la senatrice – hanno una valenza nazionale. Serve un coordinamento tra Ministeri, quindi Miur e Salute, Regioni e sigle sindacali di categoria». E se dieci sono le proposte della SIMEU, almeno tre, secondo Boldrini, sono prioritarie e «da inserire immediatamente» nell’agenda del Governo in via di formazione: «Il riconoscimento del titolo di specialità attraverso concorsi, quindi con acquisizione sul campo e passaggio alle dipendenze dei medici oggi convenzionati; potenziamento del numero degli specializzandi in Medicina d’Emergenza-Urgenza, così da coprire il reale fabbisogno; definizione di indennità economiche, nel rispetto della meritocrazia, per quanti lavorano nei Pronto Soccorso, tenuto conto delle condizioni di forte stress e usura». Traguardi che, secondo Boldrini, andrebbero nella direzione di «combattere il precariato; rendere più appetibile per i giovani professionisti il duro lavoro all’interno dei PS; rassicurare, sul fronte delle prestazioni, i cittadini/pazienti». Con ricadute positive «sui singoli territori», quindi anche Ferrara.
Nei Pronto Soccorso dell’Emilia Romagna si registrano circa 1.800.000 accessi all’anno su 4.000.000 di abitanti (dati del 2015), cioè circa un cittadino su due ogni anno si rivolge a tali servizi. Da una rilevazione del 2018, effettuata dalla stessa Regione, sono 824 i medici che fanno fronte a questa enorme mole di lavoro nelle strutture di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza. Di essi risultano sottoposti a forme di contratto “precario” circa il 30%. Inoltre, allo stato attuale, per coprire i turni necessari nelle strutture di Emergenza Urgenza risulterebbe ancora una carenza di 140 medici.
Questa situazione, già fonte di notevole difficoltà e sovraccarico di lavoro per i professionisti del settore, appare in rapido peggioramento con il rischio che si renda necessaria la riduzione dei servizi offerti ai pazienti.
A lanciare l’allarme sulla grave carenza degli organici di Pronto Soccorso è il Direttivo Emilia Romagna della SIMEU (Società Italiana Medici ed Infermieri dell’Emergenza-Urgenza), che ha stilato un documento di proposte rivolte agli organi competenti della Regione Emilia Romagna. Il documento è stato condiviso con i direttori di tutti i Pronto Soccorso regionali e con le principali sigle sindacali (ANAAO-CGIL-CISL-ANPO-CIMO-FIMMG ES).
La Regione e le Aziende, in risposta a queste problematiche hanno aumentato recentemente il numero di concorsi per assunzione ed incrementato il numero regionale di borse di studio disponibili per la Scuola di Specialità in Medicina d’Emergenza-Urgenza. Ma il numero di neo-specializzati risulta ancora troppo basso rispetto alle necessità, soprattutto nel confronto con altre scuole specialistiche. E spesso i concorsi per assunzione incontrano scarso interesse per una branca della medicina che richiede notevoli sacrifici ed appare poco remunerativa, avara di soddisfazioni, notevolmente stressante, sebbene sia non riconosciuta come attività usurante.
Il problema è profondo e rappresenta una vera emergenza che tocca aspetti essenziali di tutta l’organizzazione sanitaria. Un Sistema Sanitario Nazionale moderno, efficiente ed efficace, degno di una nazione civile avanzata, non può esistere senza una rete solida e ben strutturata dell’Emergenza-Urgenza. Ma sono ora proprio i lavoratori del settore a denunciare il rischio di implosione nel giro di pochissimo tempo.
Il documento della SIMEU dell’Emilia Romagna abbraccia in 10 punti diverse proposte che tra le altre comprendono: la programmazione delle piante organiche in base alle effettive necessità di servizio; la stabilizzazione delle forme di lavoro convenzionato; l’allargamento delle specialistiche equipollenti e la creazione di percorsi di formazione-lavoro, ai fini dell’assunzione a tempo indeterminato; il riconoscimento di indennità economiche per il disagio dei professionisti in prima linea; la valorizzazione del merito con possibilità di progressione di carriera e la tesaurizzazione dell’esperienza di servizio, da impiegare in attività didattiche ed ottimizzazione di percorsi diagnostico-terapeutici.
Con le proposte avanzate, intese come base di confronto tra gli organismi preposti e le rappresentanze sindacali, SIMEU ha inteso offrire un contributo tecnico per arginare gravi problemi che, se non adeguatamente affrontati, rischiano di compromettere a breve servizi indispensabili per i cittadini e corretto utilizzo delle risorse sia del territorio che delle aziende ospedaliere.
Fonte: Telestense.it