Roma, 12 gennaio. Ha aperto e chiuso il suo intervento ricordando il ruolo del Parlamento e della Costituzione. Oggi pomeriggio la senatrice Pd, Paola Boldrini, ha portato in Aula il caso del Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, destinatario nei giorni scorsi di una busta contenente offese contro gli ebrei, oggi al vaglio della Digos. Il caso, condotto all’attenzione pubblica da Il Resto del Carlino, non può secondo Boldrini essere minimizzato, tanto più per l’avvicinarsi del 27 gennaio, Giorno della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto. La senatrice ha parlato di un riaffiorire di odio, «fenomeno tipico dei momenti di disagio e malessere sociale, quando le ideologie attecchiscono con più facilità perché affondano e si cementano nelle insoddisfazioni e nella frustrazione della gente, cui viene presentato un ‘nemico’ per favorire la lotta dell’uno contro l’altro. E se gli ebrei, da sempre, sono bersaglio facile, la crisi pandemica che stiamo vivendo è terreno fertile per coltivare e instillare ulteriori paure». Di qui la richiesta: «Chiedo un impegno di tutti i presenti a monitorare, a presidiare, a prendere le distanze da simili episodi, che non possono essere derubricati a ‘minori’ solo perché non hanno effetti devastanti». Riprendendo testualmente le parole del Direttore e Presidente Meis, Amedeo Spagnoletto e Dario Disegni, Boldrini ha ricordato la missione assegnata al Meis dal Parlamento Italiano, ossia «tenere viva la memoria, lottare contro l’antisemitismo ed educare le nuove generazioni ai principi di eguaglianza e fratellanza che la nostra Costituzione ci chiama a perseguire»