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Ipovedenti, depositato emendamento per fondi alla Biblioteca Italiana Ipovedenti

Roma, 29 novembre. Sono 1 milione e 700 mila le persone con diagnosi di ipovisia in Italia. A queste andrebbero aggiunti gli over 65, che per senilità hanno problemi alla vista – presbiopia, cataratta, glaucoma, degenerazione maculare –  e gli adolescenti discalculici e dislessici, con vulnerabilità di mobilità dell’occhio spesso confusa con disturbo del comportamento. Il problema è sociale ma a sollevarlo è la politica. E’ stato infatti depositato oggi, 29 novembre, da Paola Boldrini, Vice Presidente della Commissione Sanità, un emendamento – sottoscritto insieme alla collega Ornella Vanin – con cui si chiede di inserire in Finanziaria fondi strutturali per la Biblioteca Italiana Ipovedenti. Nata a Treviso nel 2009, con la legge 138 del 2001, la B.I.I Onlus ‘adegua’ testi in caratteri, front e versione audio per donarli poi gratuitamente alle biblioteche, alle rsa, alle carceri, alle scuole. Per gli ipovedenti si parla infatti di lettura facilitata. L’obiettivo è dunque consentire alla B.I.I Onlus di dare seguito a un lavoro prezioso e inclusivo. «Gli ipovedenti sono infatti esclusi dal piacere e diritto della lettura e dalla possibilità di auto informarsi e potenziare la propria personale cultura. E rischiano lo stigma e l’emarginazione», la sintesi di Boldrini e Vanin. Per Boldrini, strettissimo è infatti il rapporto «salute e cultura». Come spiega Giuseppe Marinò, Presidente B.I.I, vanno sollecitate le case editrici o a pubblicare una quota di testi dedicati o a donarli alla B.I.I affinché possa renderli accessibili. Il vulnus da superare sta nel diritto d’autore. Di qui, dalla SAla Nassirya del Senato, è partita nei giorni scorsi la campagna di sensibilizzazione ‘Letture senza barriere’, che mira proprio a coinvolgere il comparto editoriale. Presenti in Senato, per l’illustrazione del progetto, la Nave di Teseo, con l’adeguamento di Disadorna, del Ministro Dario Franceschini, e la Giraldi Editore, con Giramondo, del giornalista Gianluigi Schiavon, entrambi adeguati dalla B.I.I. Rappresentata per l’occasione da Stefano Eco, figlio di Umberto, La Nave di Teseo ha confermato la disponibilità a continuare nel solco indicato e ha espresso «la necessità di coinvolgere l’AIE» (Associazione Italiana Editori); Giraldi, per voce del direttore editoriale, Rossella Bianco, ha insistito su «un senso di responsabilità che implica anche sfruttare tutti gli strumenti tecnologici a disposizione». Ad oggi, la B.I.I dispone di un catalogo di circa 100 titoli, tra classici, religiosi, saggistica, per ragazzi. Passando per Ti prendo e ti porto via, di Niccolò Ammaniti e Il desiderio di essere come tutti, di Francesco Piccolo. Testi comunque non recenti, che riducono l’offerta. Un gap anch’esso da superare. La B.I.I Onlus ha lavorato negli ultimi 6 anni 120mila libri distribuiti a 1500 strutture. E se la politica può farsene carico istituendo risorse, l’appello è alle case editrici, affinché tengano conto di «questa fetta importante della popolazione. L’approvazione dell’emendamento ci consentirebbe di ampliare i titoli, raggiungendo una maggiore platea», la chiosa di Marinò. In Italia, tra biblioteche e sistemi bibliotecari, aderiscono al progetto B.I.I, ‘Leggere facile, leggere tutti’, 1992 strutture.

 

L’ipovisione è una riduzione significativa della funzione visiva che non po’ essere corretta da occhiali, lenti a contatto, chirurgia. E’ una minorazione irreversibile della funzione visiva centrale e/o periferica.  Ha effetti in tutte le dimensioni del vivere quotidiano, da quella lavorativa – si pensi alla convinzione che i giovani ipovedenti non possano affrontare le discipline scientifiche o approcciarsi al digitale –  alla sfera sessuale. All’autonomia in generale. Ogni dimensione, come sempre avviene, è accompagnata dallo stigma, che porta emarginazione. I casi sono in crescita per due motivi principali: aumento dell’età media della popolazione e aumento capacità di diagnosi.  La legge, 138/2001, distingue gli affetti in gravi, medio gravi, lievi, con residuo visivo che non supera rispettivamente 1/10, 2/10, 3/10.