Ferrara, 1 aprile 2020. Una interrogazione parlamentare all’indirizzo del Ministro della Salute, Roberto Speranza, e dell’Interno, Luciana Lamorgese, sulla distribuzione delle mascherine a Ferrara, da parte del Comune, per valutarne l’opportunità in termini di salvaguardia della salute e di pericolo della stessa, in considerazione del fatto che si è così incentivata la popolazione ad uscire di casa. «E questo in sfregio a tutte le indicazioni fin qui date dal Governo e dalla Regione per rispettare il distanziamento sociale e nei giorni di proroga delle restrizioni da parte del Ministero della Salute». Ad annunciarla è Paola Boldrini, capogruppo PD in Commissione Sanità in Senato. «Sono state acquistate e distribuite mascherine che non vanno considerate un presidio sanitario, come la stessa Amministrazione ha puntualizzato. Che a nulla servono per la limitazione del contagio da Covid-19. Che sono prive di certificazioni e di cui non si ravvisa dunque nessuna comprovata utilità. Valgono come qualsiasi mascherina fatta in casa seguendo le indicazioni di tutorial». Boldrini affonda: «Il sindaco Alan Fabbri ha invitato a non andare a prenderle in massa ma è del tutto evidente che la popolazione sprovvista si sarebbe precipitata. E infatti si sono verificati congestionamenti nel traffico e nelle consegne. Un fatto del tutto prevedibile che ha messo in pericolo i ferraresi e le misure di contenimento adottate. E soprattutto – rimarca Boldrini – , ha creato disorientamento perché non a tutti è chiaro che la loro validità è preceduta da una fila di ‘no’, cioè di quel che non sono». La chiosa di Boldrini: «E’ inutile che il sindaco Fabbri faccia intendere che queste sono meglio di niente. Perché si è fatto solo caos. E perché le mascherine fornite non sono presidi sanitari».
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