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Petrolchimico, question time, Giorgetti risponde. Boldrini «soddisfatta a metà»

Roma, 8 aprile. «Soddisfatta, seppure non completamente. Soddisfatta perché è stata assicurata l’istituzione del tavolo richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico, in condivisione con quello di Transizione Ecologica, cui è passata la competenza in materia ecologica. Meno soddisfatta perché sono state sì illustrate le intenzioni di Eni per il prossimo triennio, senza tuttavia dare assicurazioni sul piano occupazionale, che solo a Ferrara conta 1600 lavoratori qualificati». Così la senatrice dem Paola Boldrini, ieri (giovedì), dopo il question time a risposta immediata sottoposto al Ministro Giancarlo Giorgetti. Boldrini, partendo dall’annuncio di Eni della chiusura del cracking di Porto Marghera, ha illustrato i rischi per il quadrilatero della chimica, composto da Mantova, Ferrara Ravenna, anche relativamente al rifornimento di etilene, fondamentale per l’approvvigionamento di altre aziende – su tutte Basell e Versalis – il cui costo rischia di aumentare. E ha fatto una doppia richiesta: istituzione di un tavolo al Mise, con tutte le componenti sociali e le Regioni coinvolte; conoscenza del dettaglio del piano industriale di Eni, che negli anni ha comunicato interventi ad oggi non realizzati. Piano che Giorgetti ha illustrato, riportando le rassicurazioni di Eni, che stando alle parole di Giorgetti reputa «Porto Marghera uno dei siti fondamentali per la propria strategia di transizione energetica» proprio per «fornire al mercato prodotti sempre più sostenibili e di qualità». E che anche «con la fermata degli impianti di cracking e aromatici di Versalis, previsti per la primavera 2022» –  durante la conversione del sito di Porto Marghera –  «l’hub logistico di Versalis rimarrà uno snodo centrale per la fornitura di materie prime alle realtà industriali di Ferrara e Mantova». Boldrini tuttavia vuole i fatti. «L’auspicio – la chiosa della senatrice – è che il tavolo venga convocato quanto prima. Nel metodo, riteniamo sarebbe doveroso che Eni comunicasse e condividesse la sua politica con i territori in cui opera. Su questo confido che i Ministeri dello Sviluppo e della Transizione Ecologica vigilino».