Ferrara, 14 aprile. «La morte di Luciano Bratti ci porta a riflettere sulla perdita di persone che hanno fatto la storia del territorio con una trasmissione di valori e passioni oggi spesso sconosciuta e ritenuta anacronistica. Luciano, il cui impegno in politica e nello sport è noto, si è speso incarnando lui stesso l’idea di società che aveva. Si è sottolineato che a fronte di grandi doti, umane e intellettuali, non si è spostato dal suo borgo, fatto di conoscenza e vicinanza tra persone. La sua ambizione, ha raccontato il figlio Alessandro, era lasciare traccia di sé. Oggi siamo travolti da ambizione, competizione, incoerenza e incompetenza, a troppi livelli, politica compresa. La politica è anzi vista spesso come il trampolino di lancio d’altro, a soddisfazione della notorietà più che dell’autorevolezza. Lo spirito di servizio ci si dimentica persino di contemplarlo a parole. La generazione di Luciano praticava la condivisione con azioni che si traducevano in fatti nell’interesse comune. Sono le figure come Luciano, come la prima sindaca di Ferrara Luisa Balboni, come la sindacalista e parlamentare Renata Talassi, la sindacalista Luana Vecchi, quelle cui io mi sono ispirata, senza perdere la fiducia anche nei momenti di difficoltà. Sono state persone lungimiranti, che hanno lasciato traccia di sé. Alla famiglia Bratti vanno le mie più sincere condoglianze». Paola Boldrini, senatrice Pd.
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