Potrebbe parlare ‘ferrarese’ la nuova legge sul pane. Accogliere sollecitazioni utili a licenziare in maniera definitiva e in tempi brevi la legge nazionale (169) sul pane, è stato infatti l’obiettivo dell’incontro tenutosi sabato e voluto dalla senatrice Pd, Paola Boldrini, come membro della Commissione Sanità, e dal collega Mino Taricco, Capogruppo Pd in Commissione Agricoltura in Senato, con le associazioni di categoria. «Confronti come questo sono utili affinché la legge risponda alle esigenze delle imprese e dei consumatori», ha puntualizzato Taricco, che ne ha declinato i punti cardine in termini di formazione, prodotti e produzione, tutela della qualità, utilizzo di tecnologie sempre più spinte, filiera. E definizioni: ossia pane fresco, conservato, confezionato. Unanime, da parte delle associazioni, la richiesta di trasparenza e semplicità. In ordine di intervento. Confartigianato: evitare che le sanzioni si trasformino in orpello burocratico. Mettere il consumatore nella condizione di scegliere anche in virtù della tracciabilità. Confesercenti: specificare la provenienza dei prodotti e incentivare l’utilizzo di quelli italiani, a cominciare dalle farine. Decidere cosa fare delle giacenze, dato che il pane non può essere venduto il giorno dopo. CNA: attenzione a non ampliare troppo le definizioni. Le regole devono essere precise, basilari, concise. Ascom: Immediatezza nell’interpretazione delle cosiddette etichette e nel ciclo produttivo, effettuato in sicurezza. Entro dieci giorni (il 2 aprile, scade il termine per la presentazione degli emendamenti) le associazioni invieranno le loro sollecitazioni scritte alla Boldrini, che ha definito l’incontro fruttuoso «per giungere ad una sintesi che tenga conto di tutte le esigenze». I presenti. Per Confartigianato, Giuseppe Vancini, Guido Montanari, Riccardo Mantovani. Ascom: Massimo Ravaioli. Per Confesercenti: Alessandro Orsatti e Olindo Vassalli. Per CNA: Luca Grandini, Laura Salami.
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