Dopo un lungo dibattito iniziato due legislature fa è stato approvato in prima lettura alla Camera un testo unificato che oggi porta al riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale. Il testo ora è all’esame del Senato dove verrà abbinata anche la mia proposta legislativa che mira a raggiungere il medesimo obiettivo.
La cefalea, nelle sue forme primarie, colpisce in media circa il 12 per cento degli individui e, a differenza della maggior parte delle malattie croniche, non costituisce un problema esclusivo della terza età, ma si manifesta prevalentemente nel periodo più produttivo della vita delle persone. Secondo l’OMS, la cefalea cronica è al terzo posto tra le malattie invalidanti, colpisce in prevalenza le donne ed impedisce una normale vita lavorativa e sociale, comportando costi economici particolarmente elevati.
Nel corso dell’esame alla Camera oltre ad essere state definite le forme di cefalea riconosciute ed è stato previsto l’avvio di progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea.