Si tratta del disegno di legge A.S 391, a prima firma Boldrin, presentato oggi al Senato. Il provvedimento punta a conferire ulteriore efficacia ai principi della “legge Basaglia” prevedendo un’ulteriore garanzia sostanziale e processuale contro la disumana pratica della contenzione meccanica nei servizi psichiatrici”. Nel testo anche norme per incrementare le relazioni e i rapporti istituzionali tra i dipartimenti di salute mentale, gli istituti di pena e le Rems. IL TESTO DEL DDL
14 MAG – Conferire ulteriore efficacia ai principi della “legge Basaglia”, rilanciandone l’attualità delle linee di fondoe valorizzandone ulteriormente la concreta applicazione nell’attuale contesto costituzionale, normativo e sociale.
È quanto si propone il disegno di legge A.S 391 della senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Pd nella Commissione Sanità, presentato in Senato nel corso del convegno “Un cantiere per la salute mentale”. Un provvedimento che non intende cambiare o integrare il testo della legge n. 180, fatta eccezione, si legge nel testo, “per la previsione di un’ulteriore garanzia sostanziale e processuale contro la disumana pratica della contenzione meccanica nei servizi psichiatrici”. Insomma un testo che punta a rafforzare i contenuti di assistenza effettiva e universale sul territorio nazionale, confermando la portata di definizioni e princìpi della legge Basaglia “che non meritano di mutare ma, al contrario, di essere sviluppati ed estesi.
All’incontro, presso la Sala Capitolare di Piazza della Minerva, hanno partecipatoil senatore Pierpaolo Sileri (M5s) presidente della commissione Sanità; la senatrice dem Tatiana Rojc; la deputata dem Elena Carnevali; Stefano Cecconi dell’Osservatorio Stop Opg; Piero Cipriano, Forum salute mentale; Antonello D’Elia, Psichiatria Democratica; Roberto Mezzina, direttore Dsm di trieste; Gisella Trincas, presidente Unasam; Fabrizio Starace, componente Css e direttore del Dipartimento Salute mentale di Modena.
Il Ddl, che vede prima firmataria l’onorevole Boldrini con Alfieri, Cirinnà, Cucca, Grimani, Iori, Patriarca e Pittella –
si compone di quattro capi e 18 articoli. “È un testo al quale hanno
lavorato già nella scorsa legislatura alcuni miei colleghi – ha spiegato
la senatrice democratica – con il determinante contributo di numerosi
esperti, professionisti, operatori, associazioni e persone che con
impegno e competenza si prodigano quotidianamente per il rispetto dei
diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone che vivono
l’esperienza del disturbo mentale”.
Il capo I (articoli 1-4) punta a svolgere e applicare i princìpi alla base della riforma del 1978,alla
luce del mutato sistema di competenze amministrative tra Stato ed enti
territoriali; definisce, inoltre, l’orizzonte di sviluppo
dell’assistenza psichiatrica italiana, nel quadro dei più rilevanti atti
di indirizzo in ambito sovranazionale e, in particolare, le risoluzioni
adottate in seno all’Oms e le fonti internazionali.
Nel capo II (articoli 5-12) viene delineato il sistema dei servizi di tutela e assistenza psichiatrica sul territorio.
In particolare, si disciplinano e favoriscono le forme di
partecipazione e si analizzano le strutture amministrative che
afferiscono al dipartimento (centri di salute mentale, strutture
residenziali, i centri diurni). Esplicite disposizioni sono inoltre
dedicate al trattamento della crisi e dell’urgenza, nonché ai servizi
psichiatrici di diagnosi e cura sui quali, pure, già la legge n. 180 del
1978 era tutt’altro che priva di indicazioni.
Proprio l’articolo 10 esplicita e rende ancora più nitido, anche a livello di disciplina di legge ordinaria, il divieto di praticare la contenzione meccanica in psichiatria.
“Si tratta di attività illegittime e illecite cui si fa troppo sovente
ricorso – sottolineano i firmatari – talvolta in via sommersa,
silenziosa e strisciante, nella rete dei servizi per l’assistenza
psichiatrica. Appare innanzitutto opportuno rammentare i casi,
drammaticamente assurti all’attenzione delle cronache, di decessi
verificatisi dopo l’illegittimo ricorso alla contenzione nel servizio di
diagnosi e cura di Vallo Lucania, in provincia di Salerno, nell’agosto
2009, e dopo un prolungato stato di contenzione nel servizio
psichiatrico di diagnosi e cura nell’ospedale di Cagliari nel giugno
2006”.
Con l’articolo 12 si punta poi a incrementare le relazioni e i rapporti
istituzionali integrati tra i dipartimenti di salute mentale, gli
istituti di pena e le residenze per l’esecuzione delle misure di
sicurezza (Rems) che hanno di recente sostituito ruolo e funzione degli
Opg e delle case di cura e custodia. Obiettivo: consentire a ciascun
magistrato della cognizione e di sorveglianza di poter disporre di un
ventaglio di opzioni di assistenza psichiatrica per le persone con
disturbo mentale che abbiano commesso un reato, adeguato e in grado di
rispondere alle esigenze del singolo individuo.
Il capo III (articoli 13-16) disciplina le tecniche, i mezzi di promozione della salute psichica,
(prevenzione dei disturbi mentali) e regola i rapporti del sistema di
tutela della salute mentale con le università e i centri di alta
formazione.
Infine il capo IV (articoli 17 e 18) fa riferimento alla disciplina della copertura finanziaria per le norme presentate nel Ddl e stabilisce l’entrata in vigore delle sue disposizioni.
“Oggi – conclude la senatrice Boldrini – i servizi di salute mentale
versano in gravi criticità in tutto il territorio nazionale a causa
dell’insufficiente applicazione dei principi e degli orientamenti
fissati dalla Legge 180 (che vanno in tutto e per tutto salvaguardati e
promossi), dalla non più trascurabile riduzione delle risorse, la
fragilità dei centri di salute mentale, da insensati accorpamenti in
macroaree dei servizi territoriali, alla assoluta incertezza delle
risposte ai bisogni di cura e di crescita delle persone. Non abbiamo
bisogno di disegni di legge oscurantisti che ci riportano indietro nel
tempo, come è abituato a fare questa maggioranza, ma abbiamo bisogno di
applicare in pienezza le buone norme esistenti”.
Nel corso del convegno sono stati proiettati il cortometraggio di Liliana Boranga“Io ti guardo ogni giorno, ma tu mi vedi?”, e il docufilm a cura di Erika Rossi e Piero Passaniti, “Navighiamo a vista”.
Fonte:http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=73873