Ferrara, 27 giugno.
La Medicina di genere e il progetto Unife domani a Bruxelles
La Medicina di genere, della cui proposta di legge è prima firmataria la deputata Pd, Paola Boldrini, membro della Commissione Affari Sociali e Sanità, e il progetto pilota ‘Genere orientato’ per le Università italiane – che ha visto l’immediato coinvolgimento dell’Ateneo ferrarese e de La Sapienza di Roma – sono approdate oggi a Bruxelles. L’europarlamentare Elena Gentile (Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti Democratici), ha infatti organizzato una conferenza sulle prassi italiane e tedesche in cui è stato esposto il modello italiano – a relazionare la stessa Boldrini – , la cui legge è in discussione in questi giorni in Parlamento sotto forma di emendamento al DDL Lorenzin. «Emendamento che – sintetizza Boldrini – prevede un orientamento attento alle differenze di sesso e di genere nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura, con formazione e aggiornamento del personale medico e sanitario». Con Boldrini, in rappresentanza di Unife, erano Tiziana Bellini (Pro rettrice alla Didattica per l’Area Biomedica), Roberto Manfredini (Direttore Dipartimento Scienze Mediche), Michele Rubbini (Docente Dipartimento Scienze Biomediche), Fulvia Signani (Psicologa Ausl e Docente Unife). Soddisfatta Boldrini, che ricorda come in accordo con la Conferenza nazionale permanente dei presidi di corso di laurea in Medicina e Chirurgia riunitasi lo scorso autunno, si sia decisa la partenza per l’orientamento al genere nell’anno accademico 2017-2018 (non sotto forma di cattedra, ma di contenuti in almeno un insegnamento). Una cinquantina gli Atenei aderenti. «Questo significa – il commento – che abbiamo intercettato un bisogno, in termini scientifici e culturali, che si tradurrà in una formazione per i futuri professionisti, senza necessità di colmare successive lacune». Con l’esposizione a Bruxelles, Gentile mira a realizzare un documento da proporre al Parlamento e alla Commissione Europea come per l’elaborazione di progetti europei per diffondere un approccio di genere nelle politiche per la salute degli Stati membri. «Per noi – la chiosa di Boldrini – motivo di grande orgoglio».