Ferrara, 3 ottobre. «I fatti di cronaca degli ultimi giorni, ossia la vicenda della sedicenne stuprata da uno spacciatore nigeriano, ci impongono di trattare il tema della sicurezza su un fronte molto più ampio, che contempla l’uso di droga da parte di giovanissimi, che così facendo mettono a rischio la loro vita. Ridurlo alla questione ‘clandestini’ strumentalizzando un episodio di violenza certamente da condannare in propaganda politica, ormai utile solo per colpevolizzare chi amministrava prima, è purtroppo all’ordine del giorno. Tuttavia non paga più e i cittadini se ne stanno rendendo conto. Va invece contestualizzato in un quadro di contrasto alla violenza e all’uso di sostanze stupefacenti. Come osserva giustamente Luisa Garofani, dirigente Sert, l’assunzione di droghe inizia addirittura nella fase dell’adolescenza e rischia di essere amplificato dalla difficoltà del mantenimento delle consuete relazioni amicali imposto dal Covid-19. E chiama in causa, aggiungo, la scuola e le famiglie. Non nel senso di demandare loro ogni responsabilità, perché sarebbe ingiusto. I genitori vanno aiutati nel sostegno dei figli, e della famiglia stessa, anche con l’aiuto di professionisti, di psicologi. E va creata un’alleanza con la scuola. In una società piena di sollecitazioni negative, a partire dal web, con adulti non attrezzati tecnologicamente, privi di una educazione digitale, uscire dai perimetri del controllo è per i ragazzi più facile. In Commissione Bicamerale Infanzia Adolescenza stiamo lavorando sul tema, sempre più rilevante. Secondo l’Istat (dati 2018) in Italia ci sono 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni, il 10 per cento dei quali si dichiara insoddisfatto delle proprie relazioni sociali, familiari, della propria qualità della vita e non vede prospettive per il futuro. Un disagio che spesso si esprime attraverso la manifestazione di dipendenze patologiche. La stessa Relazione Europea sulla droga del 2019, redatta dal competente Osservatorio, certifica che nel nostro Paese il consumo è in crescita e in età sempre più precoce. E che grazie ad internet, vi è un accesso più facile al mercato globale delle sostanze stupefacenti. Accanto, c’è il fenomeno dell’alcoldipendenza, con picco di guida in stato di ebbrezza tra i 18 e i 24 anni. L’allerta è rappresentata dalla polidipendenza, ossia droga e alcol. Se ne evince la fragilità dei giovani e anche delle famiglie, a loro volta schiacciate dai problemi, nell’aiutarli nella costruzione di una loro identità. È necessario attuare strumenti di contrasto e prevenzione efficaci per andare verso soluzioni. Perché le polemiche durano due giorni, le soluzioni richiedono tempo e un’attenzione vera. La violenza, e chiudo, va sempre condannata, a prescindere da chi la commette». Senatrice Paola Boldrini, membro Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza