Nel DDL Rilancio misure di sostegno per l’emittenza radiotelevisiva locale

ROMA, 20 maggio.

Il DDL Rilancio ha recepito, all’articolo 195, l’ordine del giorno approvato lo scorso aprile in Senato in cui si chiedevano misure di sostegno per l’emittenza radio televisiva. L’articolo prevede, per il 2020, misure aggiuntive pari a 50milioni di euro. Soddisfatta Boldrini, tra i firmatari, perché «garantire la puntuale informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati è un dovere».

Nel DDL Rilancio, recepito il sostegno all’emittenza locale

Roma, 20 maggio 2020.  «Sostenere l’informazione dell’emittenza locale è un dovere». Così la senatrice Pd, Paola Boldrini, commenta il recepimento, nel DDL Rilancio pubblicato in Gazzetta, all’articolo 195, dell’ordine del giorno approvato lo scorso aprile in Senato in cui si chiedevano risorse aggiuntive a sostegno dell’emittenza locale. Risorse quantificate, nel DDL, in 50 milioni di euro complessivi.  Tra i firmatari, Boldrini, che rileva come l’emergenza sanitaria Covid-19 abbia confermato «la necessità dei cittadini di disporre, costantemente, di informazioni aggiornate». Le televisioni locali «hanno fornito, insieme agli altri media, anche statali, un servizio indispensabile, spesso con un lavoro suppletivo». Nel DDL si fa esplicito riferimento all’obiettivo di continuare a produrre informazione locale a beneficio di cittadini. Dal canto loro, le destinatarie della misura si impegnano a trasmettere messaggi relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri contenitori.

Sulla formazione degli infermieri non bastano i ‘medici’

Roma, 19 maggio.

Lettera al Direttore di Quotidiano SAnità.

Gentile Direttore,
certamente il Ministro Manfredi si starà rendendo conto che l’emanazione del decreto ministeriale n.82 del 14 maggio 2020 “Modifica requisiti di docenza lauree per Infermieri”, modificando il numero minimo di docenti di riferimento dei Corsi di Laurea in Infermieristica, passando da 5 a 3, e per quanto concerne i docenti a tempo indeterminato, da 3 a 1,introducendo la modifica del corpo docente per i corsi di laurea in  Infermieristica costituisca una lesione della professione infermieristica in quanto  la legislazione italiana, come degli altri Stati, valorizza ed esalta la specificità della sua formazione svolta nei servizi e presidi del SSN avvalendosi di docenti di norma dipendenti delle aziende sanitarie, salvaguardo che le materie disciplinari, parte rilevante dell’ordinamento didattico, sono affidate a docenti infermieri. Per questo la formazione dei nuovi infermieri non può essere affidata in prevalenza a medici, non solo medici ma anche ospedalieri come se i medici del territorio e con essi la sanità del territorio fossero di rilevanza inferiore. E’ evidente che con questa impostazione del decreto nega allo stesso tempo l’autonomia del sapere e delle scienze infermieristiche e la pari dignità della sanità territoriale nei confronti di quella ospedaliera, non avendo, così, appreso la lezione che è venuta dalla pandemia del COVID-19  e cioè che le nuove e vecchie patologie si curano e si prevengono meglio in campo aperto cioè nei distretti sociosanitari che nei fortilizi ospedalieri con teams interprofessionali senza  il predominio di una professione sull’altra. Certamente il Ministro Manfredi si starà rendendo conto che i contenuti di questo decreto stridono con la giusta valorizzazione della professione infermieristica così come delineata dai recenti decreti cura e rilancio Italia e con tutta la normativa italiana che ha realizzato la riforma della professione infermieristica sia ordinamentale che formativa, una delle più avanzate in Europa e non solo. La normativa italiana prevede, infatti, che la formazione dell’infermiere sia nella parte teorica che in quella pratica debba vedere il coinvolgimento attivo e propositivo di docenti espressione della professione infermieristica. Pertanto, la correzione delle disposizioni appena emanate non possono che essere un atto dovuto e necessario, anzi sarebbe opportuno dar vita ad un tavolo tecnico tra MIUR, Ministero della Salute e Regioni e la rappresentanza istituzionale e scientifica della professione infermieristica per un adeguamento dei corsi universitari per la formazione infermieristica all’evoluzione scientifica e tecnologica in sanità ed al nuovo quadro epidemiologico.
Ne consegue che il testo del decreto ministeriale dovrebbe essere così corretto:…Al fine di compensare la riduzione di docenti universitari di riferimento di cui al comma 1, gli atenei individuano almeno due docenti infermieri del Servizio Sanitario in possesso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, da indicare come personale infermieristico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica…  Si tratta di una opportuna correzione dovuta a quelle donne e uomini esercenti la professione di infermiere che tutti hanno chiamato eroi proprio nell’anno che l’OMS ha dedicato alla valorizzazione di tale infermiere,

Paola Boldrini
Senatrice del Partito Democratico

Quotidiano Sanità, Esclusività di rapporto e intramenia anche per infermieri e altre professioni sanitarie. La proposta di legge del Pd, 17 maggio 2020

Quotidiano Sanità, Esclusività di rapporto e intramenia anche per infermieri e altre professioni sanitarie. La proposta di legge del Pd, 17 maggio

Approvata in Senato la mozione sulla parità di genere. Sostegno al lavoro femminile

Roma, 13 maggio. Approvata in Senato la mozione sulla parità di genere, presentata dalla maggioranza,  con cui il Governo si impegna a sostenere le donne lavoratrici con interventi tesi a rendere compatibili vita famigliare e lavorativa, senza dovere rinunciare a questa ultima, e ad eliminare sul nascere elementi discriminatori. In premessa il documento  riporta i dati Istat secondo cui, nell’emergenza sanitaria Covid-19, «le donne italiane che hanno continuato a lavorare sono state 6.440.000 circa, due terzi del totale delle occupate; tra queste buona parte impiegate nella pubblica amministrazione, in particolare nel settore dell’istruzione e nel Servizio sanitario nazionale dove le donne rappresentano circa i due terzi del personale». Ancora,che la stessa «emergenza ha ulteriormente evidenziato le distorsioni, le iniquità e le discriminazioni presenti nel mondo del lavoro e nella nostra società che incidono negativamente non solo sulla vita delle persone, ma anche sulla qualità del nostro sistema produttivo e sulle prospettive di crescita del Paese. A pagare il prezzo più alto in termini di diritti rischiano di essere soprattutto le donne e tra queste soprattutto coloro che vivono e lavorano nelle aree più svantaggiate. Nello specifico, le richieste sono articolate in 17 punti che vanno appunto dalla predisposizione di un piano straordinario di misure all’integrazione  sistematica della dimensione di genere nelle politiche della UE.

Giornata Internazionale dell’Infermiere nel ricordo di Florence Nightingale

Roma, 12 maggio.  Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses la ricorda celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere. In questo 2020, di emergenza sanitaria Covid-2019, meritano un plauso e una riconoscenza particolare. Non dimentichiamocene.

 

Giornata mondiale della fibromialgia, verso una legge

Roma, 12 maggio. Il mio pensiero  va oggi a quanti, tantissimi, soffrono di fibromialgia, sindrome da cui sono affetti diversi milioni di italiani, soprattutto donne, che procura dolori muscolari diffusi e difficoltà nei movimenti ordinari. Una patologia socialmente invalidante. Fin dal mio ingresso in Parlamento – prima in Commissione Affari Sociali in Sanità alla Camera, poi in quella Igiene e Sanità in Senato – , me ne sono occupata, coinvolgendo gli esperti delle società scientifiche – Aif (Associazione italiana sindrome fibromialgica) e Cfu (Comitato Fibromialgici uniti) che nel 2017 hanno elaborato il dossier contenente un PDTA (percorso diagnostico terapeutico di assistenza) poi sottoposto ai vertici della Commissione aggiornamenti Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e arrivando a depositare un disegno di legge. Ho incontrato gruppi di aiuto, in tutta Italia, ascoltato storie. Ho firmato petizioni e fatto da tramite con il Ministero. Quattro anni fa di Fibromialgia non si parlava, oggi la si conosce e la si studia e i malati non sono più soli. A breve sarà pubblicato uno studio multicentrico concordato con il Ministero della Salute teso a stabilire i criteri di identificazione della patologia e gravità della stessa. Una volta elaborati i dati, grazie agli indicatori emersi si potrà procedere – è l’auspicio – all’approvazione della legge.

12 maggio 2020 

 

Su legge, intervista, 5 maggio 2019

 

In foto: 12 maggio 2016, davanti a Montecitorio, con i referenti Aisf.